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AmanteMclaren
Citazione di: jimclark il 19 Settembre 2007, 23:32:49
Ma la vita continua e i migliori si ricordano come stele per orienntarsi quando il cammino sembra perduto. Vero Amante?


Esatto. La filosofia di Ayrton ? un enorme insegnamento per tutti noi: un insegnamento che travalica l'ambito delle corse e costituisce la stella polare per ogni nostra azione e gesto.

Grazie di nuovo Magic!

#31
Sentenza   Cassazione



La sentenza 15050 della terza sezione penale della Corte di Cassazione depositata il 13 aprile 2007 rigetta la richiesta di assoluzione piena fatta dall'imputato e conferma la sentenza di prescrizione pronunciata nei confronti di Patrick Head dalla corte d'appello di Bologna il 27 maggio 2005 al termine del secondo processo d'appello con la motivazione che  "dagli atti non emergono in modo evidente ed assolutamente non contestabile circostanze che escludano l'esistenza del fatto, o la sua rilevanza penale".

La suprema Corte ribadisce poi che la Corte d'Appello di Bologna "con motivato giudizio, ha accertato che la causa dell'incidente era riconducibile alla rottura del piantone dello sterzo, che questa era stata causata dalle modifiche male progettate e male eseguite, che tali erronee modifiche andavano ricondotte ad un comportamento colposo, commissivo ed omissivo, di Head, e che l'evento era prevedibile ed evitabile".

In altre parole la Cassazione conferma, spero definitivamente, che secondo la giustizia italiana:

Fu il cedimento del piantone dello sterzo a provocare l'uscita di pista che fu fatale ad Ayrton Senna nel 1994.
Il cedimento avvenne perch? il particolare aveva subito modifiche "male progettate e male eseguite".
La responsabilit? (non l'esecuzione materiale) per tali modifiche ricade sul direttore tecnico della squadra Head.
Il reato di Head ? estinto per prescrizione.
In altre parole ancora giustizia, intesa come accertamento della verit? nero-su-bianco, ? fatta!


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Hanno detto di lui...




Alain Prost:
Ayrton ? un pilota dalle immense qualit?. Se devo essere onesto, non riesco a trovargli un difetto.
(1988)

L'arrivo di Ayrton mi costrinse a cambiare certe abitudini, improvvisamente le riunioni tecniche divennero molto pi? lunghe, e non era ancora sufficiente, perch? spesso, dopo cena, Ayrton tornava in circuito, a controllare il lavoro dei meccanici.
(1988)

Ora come ora lui insegue una cosa sola: il titolo mondiale. Pensa solo a quello, vuole solo quello, sogna solo quello. Questo gli d? una determinazione spaventosa. E io che gli sto vicino me ne accorgo perch? lui ? sempre al massimo del rendimento dal venerd? mattina quando comincia le prove fino alla domenica pomeriggio quando taglia il traguardo.

Senna ? pi? bravo di me col turbo, lui riesce a sfruttare meglio la pressione, sa dosarla meglio, forse ha il piede pi? sensibile del mio, non lo so.

Lucidamente sono arrivato ad una conclusione: che contro Senna in questo momento non c' ? niente da fare e allora tanto vale che se lo vinca lui il mondiale '88.
(dopo il GP del Belgio 1988)

E? un pilota senza onore, non ? bello battersi con lui.
(1989)

Non lo sopporto, sembra che dorma nei box: quando io me ne vado, lui rimane. Quando arrivo al mattino lui ? gi? l?.

Io non sono preparato a lottare con degli irresponsabili che non hanno paura di morire; Ayrton ha un problema: pensa di non potersi ammazzare perch? crede in Dio.

La vittoria nel Campionato ? molto pi? importante per lui che per me. Forse ? l'unica cosa che gli importa nella vita. Certo ? un pazzo. Come uomo non vale niente.

Bisogna distinguere i giudizi sull?uomo e quelli sul pilota. Senna ? oggi il miglior corridore in pista. Mille volte superiore a Mansell, ma umanamente non esiste. E?finito?Preferirei non dire altro. Parlo sempre troppo.
(1992)

In onore di Ayrton non salir? mai pi? su una vettura di Formula 1. Lui era l'unico che rispettavo.
(Ipocrisia a parte, Alain non mantenne la promessa facendo il tester per la McLaren)

Enzo Ferrari, nel libro "Piloti, che gente":
La stella nascente ? senza dubbio Ayrton Senna Da Silva. Brasiliano, giovane, audace esibizionista ogni tempo. Al coraggio unisce un talento tecnico che sta affinando e che lo porter? lontano.

Luca di Montezemolo:
E' stato uno tra i pi? grandi campioni di tutti i tempi, il pi? bravo degli ultimi anni, intelligente, spietato in gara, meticoloso, capace e mai soddisfatto nella messa a punto della vettura, abilissimo nel trattare affari e ottimo regista di se stesso.

Nelson Piquet:Questa ? una brutta notizia non solo per lo sport, ma anche per la nostra nazione. Non c'? nessuno a questi livelli in F.1. Egli era il miglior pilota, molto determinato, e questa ? veramente una brutta perdita.
(Ma non era un pervertito pericoloso e incapace?)

Frank Williams:La sua perdita ? impossibile da quantificare, tutti quelli che lo hanno conosciuto, in qualsiasi circostanza, hanno compreso che hanno perso qualcosa di veramente speciale, una magnifica persona.

Tutto ci? che posso dire di lui ? che l'Ayrton uomo era sinceramente migliore e pi? straordinario di quello che guidava la macchina. Un ragazzo molto intelligente che quando parlava con te di affari era in grado di prevedere costantemente gli sviluppi della conversazione, dovunque la portassi. Era uno sfida, trattarci, quanto per i suoi rivali cercare di batterlo.

A proposito di Ayrton ho in serbo un sogno mai realizzato: quello di vederlo lottare con Schumacher, con vetture diverse ma con lo stesso motore Renault, sull'arco di un campionato. Che battaglia sarebbe stata! Se Ayrton fosse vissuto ancora avrebbe vinto il mondiale 94. Ne sono convinto; e nel 95 Ayrton e Michael si sarebbero battuti fino alla fine, all'ultimo giro dell'ultimo gran premio. E il vantaggio finale sarebbe andato a Senna.

Jackie Stewart:Senna era uno dei pi? grandi talenti che sia mai vissuto nelle competizioni a motore.

Ron Dennis:Ayrton Senna era un pilota straordinario. La sua abilit?, astuzia, sottigliezza e il suo coraggio erano di una grandezza tale che egli ha segnato questa generazione di piloti.

[Quando and? alla Williams] Era come se venisse ceduto in prestito temporaneo. Era quello che sentivo, era quello che sentiva anche lui. Non ci furono accordi formali, ma lui sarebbe tornato. Non era una cosa impossibile. Per noi era meglio ricostruire il team. Per lui era meglio che andasse via, che continuasse a vincere e che tornasse cambiato come persona. Penso che sarebbe rimasto a lungo in F1 e quando, alla fine, si sarebbe ritirato, lo avrebbe fatto su una McLaren. Di questo sono assolutamente certo.

Entrambi [Senna e Prost] volevano vincere, entrambi sapevano che la nostra filosofia era fornire a ciascun pilota lo stesso equipaggiamento e che volevamo avere due prime donne. La competizione all?interno del team era fantastica per il team stesso. Naturalmente le loro personalit? erano molto diverse e, inevitabilmente, questo port? a qualche attrito occasionale.

Non sono una persona particolarmente emotiva, ma questi ragazzi [Senna e Prost] hanno dato tutto. Davano sempre il cento per cento in pista e anche ai box. Questo d? l?idea delle loro personalit?, e quando due persone ragionano, due persone che mi piacevano molto e delle quali mi preoccupavo molto, questo non pu? che provocarti emozioni.

Ci furono periodi molto difficili nella sua carriera in F1, periodi con i quali lott?, che non avevano nulla a che fare con la competitivit? o con la mancanza di competitivit?, ma piuttosto con la politica dei Gran Premi. Ad un certo punto aveva deciso di ritirarsi. Non gli ho mai detto di non farlo. Ne parlammo insieme, discutemmo delle alternative e alla fine la sua passione per le corse ebbe la meglio sugli aspetti che non gli piacevano in questo sport. Solo una cosa disprezz? sempre: la politica.

Nigel Mansell:Ayrton ed io abbiamo condiviso qualcuna delle corse pi? eccitanti di sempre, ed ? impossibile spiegare con parole quale triste perdita questa sia per le corse.

Emerson Fittipaldi:
La vita di Ayrton Senna era un esempio di dedizione ed amore per lo sport, che pochi atleti hanno avuto a livello internazionale. Il mondo ha perso il pi? grande atleta della storia delle competizioni motoristiche ed io ho perso un grande amico. I Gran Premi non saranno mai pi? gli stessi senza Ayrton.

Michael Schumacher:Pensare che non avrei pi? rivisto Ayrton, n? parlato con lui, e che non saremmo mai stati pi? avversari sulle piste di tutto il mondo, mi procur? uno stato di depressione che dur? per due settimane.

So che se lui fosse stato qui non sarebbe andata cos?.
(Dopo la conquista del suo primo titolo, Adelaide 1994)

Penso che Ayrton mi considerasse come il pilota con cui in futuro avrebbe dovuto confrontarsi. Tra noi c?? stato qualche screzio, ma nulla di pi?. E? normale che un campione pi? anziano, che vanta una posizione consolidata, voglia tenere a distanza un giovane emergente. E d?altra parte trovo normale reagire come ho fatto io. Credo comunque che negli ultimi tempi avesse iniziato ad accettarmi, cos? come io col tempo avevo imparato a conoscerlo e a condividere certe sue azioni.

Senna era il pi? grande, non ci sono paragoni che reggano. Non cerco una vittoria per questo motivo, perch? non penso che sar? mai alla sua altezza.
(Prima di Monaco 2000, lanciato verso il terzo titolo)

Rubens Barrichello:Quando mi sono ripreso nel centro medico dopo il mio incidente, la prima faccia che ho visto ? stata quella di Ayrton, con le lacrime agli occhi. Non avevo mai visto Ayrton cos?, prima. Ho avuto l'impressione che vivesse il mio incidente come se fosse successo a lui. Egli mi ha aiutato molto nella mia carriera, ed io adesso non trovo le parole per descrivere la sua perdita.

Michele Alboreto:
Ho vissuto quel giorno in diretta dalla pista. [?] Ricordo anche quando, ancora seduto in macchina, ho incrociato lo sguardo di Patrick Head: un suo cenno chiaro mi ha fatto capire che Ayrton non c?era pi?. Non ? stato facile continuare il GP. E? stata una giornata davvero difficile. In me ? ancora vivissimo il ricordo del volo da Monaco al Brasile, per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio, insieme con Thierry Boutsen, Emerson Fittipaldi, Alain Prost. Il nostro volerci essere in quel giorno ? la dimostrazione pi? chiara di quanto tutti noi stimassimo Ayrton.

In fondo, a pensarci bene, non c?era d?aspettarsi nulla di diverso dall?assoluzione?In ogni caso, al di l? del processo, nessun tipo di sentenza avrebbe potuto ridarci Ayrton Senna, farlo tornare in vita e questa, purtroppo, ? la cosa fondamentale.. La Formula uno va avanti. Di Senna ci resta il ricordo di un campione che di sicuro non ha sbagliato.
(dopo la sentenza del "processo Senna")

Jo Ramirez:
Fin dalla primissima volta che Ayrton guid? la macchina, era ossessionato da Alain. Voleva sapere quale alettone avesse, quali sospensioni anteriori, quali pneumatici. Ogni volta che entrava ai box, la prima cosa che chiedeva era cosa avesse fatto Alain. Sempre. Non si preoccupava di nessun altro. Alain era il numero uno e sconfiggerlo era l?ossessione di Ayrton.

Gordon Murray:
Ho lavorato con Senna alla strategia di gara. Amavo la strategia di gara, proprio come lui. Senna era uno stratega perfetto. In questo non aveva antagonisti: io gli davo le indicazioni via radio e lui era semplicemente brillante. Ne ridevamo spesso insieme. Io controllavo chi entrava, chi usciva, chi andava veloce e lui cercava di strappare il miglior tempo. Secondo me, dopo Jim Clarck c?? stato solo lui. Era assolutamente implacabile con gli avversari.

Viviane Senna (sorella di Ayrton):
In questi ultimi sei anni ho dovuto imparare a vivere senza Ayrton. Non penso che potr? mai accettare del tutto la sua morte. Ma devo girare pagina, battermi conro il dolore. La Fondazione [la Ayrton Senna Foundation Ltd] ? un po? il risultato di questa mia accettazione. Quando era vivo, Ayrton ha fatto molte cose positive per il suo Paese e noi continuiamo su questo cammino. Spesso discutevamo dei problemi del Brasile, da un punto di vista sociale pi? che politico. La Fondazione era un?idea di Ayrton: voleva dare una possibilit? ai bambini, in modo che potessero crescere, proprio come me e te, e questo ? il nostro fine.

Jody Scheckter:Il mondo della F1 ha subito una perdita tremenda perch? era probabilmente il miglior pilota di tutti i tempi. Non solo era veloce, ma anche eccellente quando si trattava di regolare l?assetto della macchina. Pochissimi piloti hanno entrambe queste qualit?. Pensare che siano passati sei anni ? incredibile. E? come se fosse successo ieri?

Derek Warwick:Sono rimasto colpito da come la gente ? rimasta toccata dalla sua morte. Il giorno dopo il GP sono andato a trovare un amico che lavorava in un cantiere. I ragazzi che lavoravano con lui, molti dei quali non avevano mai visto un Gp in vita loro, sembravano annientati. Sono andato al suo funerale ed ? stato allora che mi sono reso conto che non era solo un pilota di F1, ma anche un Dio.

Patrick Tambay:Proprio come Gilles, Ayrton, se proprio doveva lasciarci in quel giorno, l?aveva fatto nel modo pi? drammatico, ma anche nel pi? forte e pi? ?bello?: mentre era in testa a un GP, davanti a tutti i suoi avversari e davanti a milioni di telespettatori, facendo il suo sport, il suo mestiere, la sua passione, al culmine della sua arte?Per tutti quelli che ci hanno lasciati prima e dopo di lui - Gilles, Didier, Ronnie, Gunnar, Patrick, Giancarlo, Roland - dobbiamo sempre avere un pensiero commosso e rispettoso.

Martin Brundle:
Di tutti i piloti con i quali ho corso, il migliore era sicuramente Senna. Nessun dubbio. In termini generali, Michael [Schumacher] gli si avvicina abbastanza e in questa classifica virtuale Mika [Hakkinen] si piazza secondo. In fatto di talento naturale, innato, divino, Ayrton ? ancora il numero uno.

Nigel Stepney:Ayrton e Michael [Schumacher] sono un altro pianeta. Quando Ayrton ? arrivato alla Lotus aveva qualcosa di speciale, misterioso. Era un enigma. Apparentemente sono persone come tutte le altre, ma hanno qualcosa di particolare. Non so cosa sia. Arrivano, danno un?occhiata e sanno cosa devono fare. Entrambi sono calmi ed entrambi trasmettono fiducia nelle persone con cui lavorano.

I piloti dicono sempre: ?questo non va bene, quello nemmeno?. Ma quando a dirvelo ? un grande, potete essere certi che c?? davvero qualcosa che non va.[...] Ayrton non raccontava storie!

Johnny Herbert:Ha cambiato profondamente le corse; ha innalzato la preparazione fisica necessaria per la F1 su un'altro livello. Prima di Senna, il problema riguardava lo sfruttamento delle gomme, tenendo d'occhio le gomme potevi sederti e fare una passeggiata giro dopo giro. Ma il suo stile era attaccare, attaccare, attaccare, come uno sprinter per tutto il tempo, cos? il livello di preparazione fisica ? dovuto diventare molto pi? elevato. La sua determinazione a diventare campione del mondo era completamente diversa da quella chiunque altro. Io ammiravo il modo in cui era il miglior pilota nelle qualifiche e altrettanto nei gran premi. Era uno dei piloti pi? completi che io abbia mai conosciuto. Quando ? morto ? stato come se qualcuno ti venisse portato via, via dalla propria famiglia. Fu uno shock totale per il sistema. Io penso ancora a lui, mi manca ancora. Era un ragazzo davvero grande.






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Grazie a Alessio Paradiso

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Un anno maledetto



Doveva essere una stagione, un anno, un mondiale tutto suo. Con un unico rischio: la solitudine. Solo davanti, irraggiungibile, lontano. Senza pi? Prost, con un rivale ancora acerbo, Schumacher, al volante di una vettura carica di promesse mancate, la Benetton. Solo e vincente dentro la Williams-Renault, con un compagno di squadra troppo debole, troppo timido per uno come lui. Era stato il compimento di un disegno e di un sogno forte: conquistare la monoposto migliore spinta dal motore pi? potente. Una monoposto strappata al nemico di sempre. E poi un conto da pareggiare a quota quattro titoli, un record da eguagliare a quota cinque. Chi aveva imparato a conoscere Ayrton Senna aveva capito soprattutto che era fatto di una pasta formidabile. Qualcosa capace di tenere in piedi nel tempo una ferocia agonistica da esordiente, un talento fuori quotazione, una volont? cieca, addirittura spaventosa. Ecco. Era abbronzato, persino un po' paffuto all'Estoril lo scorso gennaio. Aveva sulla faccia il segno di un trionfo. Era li, perdio, era pronto per cominciare a vincere di nuovo, a fare ci? che per lui era fondamentale. Vincere, nient'altro, senza soluzione di continuit?. E adesso siamo qui a misurare un destino che pare insopportabile, un brandello di storia recente e nata, nonostante le apparenze, senza fortuna. Si era lamentato subito, Ayrton. "Una macchina difficile". Ma era sempre un po' cos?, un po' vittimista, sempre pieno di pretese. Invece, aveva ragione. Lo si ? capito dopo, pi? tardi. I primi avvisi proprio qui, durante i test di marzo, con la Benetton subito pi? veloce. Poi venne la pole in Brasile ed era pieno il mondo di gente pronta a scommettere che di una galoppata felice si sarebbe trattato.

Macch?, testacoda, fuori. Mentre inseguiva Schumacher che andava a vincere, che rovinava una festa brasiliana preparatissima. E tutti a dire "bene, questa stagione ? salva". Vero. Non solo un avversario, una monoposto al1'altezza, ma un avversario gi? in fuga. Un buon momento, abbiamo detto e scritto, tutti presi a cercare lo spettacolo, le emozioni. Alla sicurezza delle corse, con quell'avvio di stagione cos? frizzante, non badava proprio nessuno. Rivincita, Giappone. Un'altra pole, normale, ma anche un'altra uscita di scena. Alla prima curva: tamponato da Hakkinen. E Schumacher a quota venti. Venti a zero. La discesa era gi? finita, non era mai esistita. Ma, per fortuna, Imola. Una pista che a Senna piaceva, un posto buono per vincere per la quarta volta. Pole, di nuovo, figurarsi. Ma in un caldo in un vento gi? carico di robaccia, di lutto. Era a Imola, era pronto come sempre, non era certamente soddisfatto. Liti, attriti dentro la Williams. Una squadra abituata a vincere, proprio come lui; una squadra abituata a Mansell e a Prost, non proprio a lui. Benard Dudot, a cena, venerd? sera aveva offerto una bella spiegazione: "Non si tratta di problemi gravi. Ma Prost ? un pilota che segnala una indicazione e poi lascia fare; Senna segnala e sta 1? a guardare il tecnico e i meccanici sino a quando hanno fatto ci? che voleva. Sono un po' tutti sotto stress per questo, ma Ayrton ? cosi". Gli era toccato di entrare due volte nel posto peggiore dell'autodromo: l'ambulatorio. Per vedere se Barrichello funzionava ancora; per sapere che Ratzenberger era morto. Poi basta, zitto. Gli avevamo parlato gioved? e poi venerd? dopo le prove. "E dura, ma ? cosi. Questa ? la nostra realt?". Eppure domenica mattina, chiuso in una stanza con Berger, Schumacher e Alboreto aveva idee bellicose, voleva scrivere una lettera e poi fare altro, cambiare qualcosa in fretta, rifondare di fatto quella commissione piloti che non esiste pi?.

Non ha fatto in tempo, non ha fatto in tempo a vincere con la vettura che pi? ha desiderato, non ha fatto in tempo a trovare un tesoro che pareva certo, l?, a un metro. Era impegnato, impegnatissimo. Era tutto preso, molto coinvolto da una attivit? commerciale impressionante. Ma era anche quello di sempre, un pilota formidabile espresso da un uomo disturbato, carico di una tensione che non fa bene alla vita ma che rende unici, indimenticabili i campioni. Ecco. Senna ? morto con un umore noto, senza una soddisfazione di troppo. Ma questa ? una consolazione che non cava nemmeno un piccolo, un piccolissimo sorriso.

Giorgio Terruzzi, Autosprint n?18 '94





lui avrebbe dato, a parit? di vettura, la paga a chiunque...
? stato il piu' grande talento velocistico mai esistito...
mi manca un sacco non lo dimentichero' mai
Responsabilit? oggettiva:i disegni non sono mai stati rubati, ma passati da un tecnico che era sotto contratto ferrari, dove sta il furto?perch? non devono rispondere del marcio che hanno a casa loro?

                               Alla grande

Alla grande. Tutta una vita cos?, alla grande. Sin dai tempi del kart, giovanissimo trapiantato lontano da casa per vincere delle corse ed esorcizzare la nostalgia della famiglia lontana. Alla grande. Sin dai tempi delle prime monoposto: vittoria gi? alla terza gara, dodici addirittura nella stagione d?esordio. Alla grande. E la F. Ford 2000: ventun successi su ventisette corse. Alla grande. E il debutto in F3 ? Primo! Alla grande. Poi ventidue corse e quattordici vittorie. Alla grande. E poi ancora la F1, la scelta rischiosa di un team piccolo, la Toleman, ma con un ruolo di prima guida. Alla grande. E la Lotus, le prime pole position con la puntuale strizzata d?occhio a Gerard Ducarouge, progettista e complice di mille astuzie. Alla grande.

Dieci anni nell?olimpo dei migliori, faccia a faccia con il coraggio disperato di Mansell, le mille astuzie di Prost, il mestiere e la lingua lunga di Piquet, dividendo con loro i titoli mondiali ma mai il dubbio su chi fosse il pi? bravo. Alla grande. Dieci anni partendo quasi sempre davanti, l? dove per esserci serviva la zampata del campionissimo. Con il turbo o con l?aspirato, con l?elettronica e senza, con l?otto, col dieci, con il dodici cilindri. Alla grande. Dieci anni in movimento sull?asse Montecarlo-Portogallo-Brasile perche' non c?erano solo le corse, tante, e le prove, dippi?. Ma anche la famiglia, gli affari, gli amici e le donne, spesso diverse, sempre pi? belle. Alla grande. Novantasei Gran Premi con un motore Honda dietro la schiena, trentadue vittorie, una ogni tre. Alla Grande. Viaggi da e per il Giappone, mille inchini, mille sorrisi, molta pazienza e sei firme su contratti dagli ingaggi favolosi. Alla grande. Il sorriso felice del vecchio Soichiro e quello pi? triste, ma ammirato dell?altrettanto vecchio Ferrari. Il piacere di aver parlato con loro, di essere stato invitato e soprattutto ammirato da loro. Alla grande. La sfida impossibile con il Ford contro il Renault, attaccati alla pioggia o alle curve per veder premiato il talento e il coraggio. Cinque scommesse vincenti. Alla grande. Il braccio di ferro con Dennis, il lungo corro-non corro, il crollo di Ron. Alla grande.

Tutto pianificato nei particolari sin da fanciullo. Il nome che diventa un marchio brevettato, la carriera, i rapporti con la stampa, il tempo libero, la pasta in bianco. Ma anche la fede in Dio e le debolezze degli uomini. Ti mostravi come noi ci parevi come Lui. Alla grande.

Poi quell?ultima curva, rotonda come gli interrogativi di una stagione in contropiede e insidiosa quanto i rapporti in seno di una squadra alleata ma non amica. Il piede gi? come sempre per fuggire dal mucchio e dai dubbi. Lo sguardo avanti e i rivali negli specchietti via via sempre pi? piccoli. Le solite cose, Ayrton, se soltanto la tua Williams avesse sterzato. Sarebbe stata ancora una volta una curva delle tue. Alla grande. Ma questa volta di grande c?? stata solo la nostra disperazione.

Carlo Cavicchi, suppl. Autosprint n?19 '94






#35
Le centraline


Su una monoposto di F1 dell'era "elettronica" sono installati decine di sensori che monitorizzano ogni possibile parametro di funzionamento e producono una grande quantit? di dati, per la felicit? degli ingegneri del team. Poche informazioni fondamentali (come velocit?, giri motore, posizione dei comandi di guida) vengono trasmesse direttamente ai box da ogni punto del circuito; gran parte dell'informazione pi? dettagliata ? trasmessa in un unico pacchetto compresso al passaggio della vettura davanti al muretto box. In ogni caso tutti i dati prodotti dai sensori sono memorizzati anche sulla vettura, da dove possono essere scaricati al rientro ai box con un computer portatile e un apposito cavo di connessione.

La registrazione dei dati telemetrici sulla Williams del 1994 avveniva in due centraline separate una del team e l'altra fornita dalla Renault assieme ai suoi propulsori. All'epoca queste unit? di memorizzazione non erano delle vere "scatole nere" pensate per sopravvivere ad un incidente e raccontarne i segreti (solo recentemente la FIA si ? mossa in questa direzione) ma il loro utilizzo in questo senso era solo secondario.

I dati di quelle due memorie avrebbero potuto fornire elementi estremamente precisi e dettagliati per comprendere le cause dell'incidente di Ayrton...avrebbero potuto perch? entrambe hanno vissuto avventure diciamo singolari, che ne hanno impedito l'utilizzo da parte della magistratura italiana.

Quando il rottame della Williams ? stato portato nel parco chiuso di Imola non doveva, secondo la legge italiana, essere toccato da nessuno fino alla presa in consegna da parte delle forze dell'ordine. Tuttavia Charles Whiting, delegato tecnico della FIA, concesse alla Williams-Renault di prelevare e analizzare le centraline della vettura per motivi di sicurezza riguardanti la seconda monoposto ancora in corsa con Damon Hill. Cos? le due memorie furono rimosse dalla vettura immediatamente, quella domenica pomeriggio, e per molte settimane restarono a completa disposizione del team inglese. Fabrizio Nosco, l'uomo che controllava il parco chiuso e che materialmente rimosse le centraline su ordine di Whiting testimoni? che "erano intatte anche se avevano qualche graffio, i due dispositivi sembravano essere sopravvissuti all'urto"

La centralina della Renault era sicuramente sopravvissuta all'incidente in ottime condizioni, anzi doveva essere come nuova, talmente nuova che, giunta nei laboratori parigini della Renault, ? stata...sovrascritta. Per quanto incredibile i dati dell'incidente mortale di Ayrton Senna sono stati sovrascritti irrimediabilmente dai dati di un test al banco qualunque di un motore qualunque. Cos? oggi la centralina esiste, funziona perfettamente, ma non contiene assolutamente nulla di utile. Stampa e televisione hanno sostenuto in passato l'esistenza di un tecnico della casa francese in possesso di una copia della memoria, tuttavia pi? che a un misterioso "mister X" i dati bisognerebbe chiederli direttamente alla Renault, visto che mi rifiuto di credere che abbiano veramente distrutto ogni traccia di informazioni cos? interessanti...

La centralina Williams (nella foto seguente) ? avvolta in un mistero ancora pi? fitto. Adolpho Melchionda, l'esperto che doveva valutarne lo stato fisico ha potuto esaminarla solo un mese dopo l'incidente, trovandola pesantemente danneggiata e completamente inutilizzabile "I connettori di input-output per il collegamento con un PC [...] non erano pi? al loro posto" "Appariva come se fosse stata colpita con un martello". Solo la parola della Williams (parte in causa) garantisce che i danni sono dovuti all'incidente, l'unica certezza ? che anche questa unit? ? ormai assolutamente inutile. Come se non bastasse si viene a sapere solo il 2 aprile 1997, in aula, che in ogni caso per leggere i dati sarebbe necessario avere anche una data-card di collegamento. Card che naturalmente la Williams non aveva fornito alla magistratura. Inoltre il PM Passarini evidenzia una singolare coincidenza, su venti chip contenuti nel dispositivo solo due sono fisicamente danneggiati, gli unici due che avrebbero mantenuto i loro dati anche dopo l'interruzione dell'alimentazione; gli altri si sono resettati, probabilmente quando Whiting ha autorizzato il distacco della centralina dalla vettura. Veramente incredibile che nessuno quella domenica pomeriggio abbia tentato di scaricare i dati con la procedura abituale prima di disconnettere tutto e mandarli in fumo irreparabilmente.
In conclusione della mole di informazioni registrata gli unici dati che sono stati forniti alla magistratura sono quelli trasmessi ai box "in diretta" dalla vettura, pochi e di scarsa precisione, quelli visibili nei video Cineca.


Copyright ? 1999-2003 Ayrtondasilva.net - Davide Righi

AmanteMclaren
http://www.youtube.com/watch?v=EiY09PO4apo

:-appl :-appl :-appl :-supp :-supp :-supp :-supp :-supp :-evvi :-evvi :-appl :-appl

Spettacolo, mi vengono i brividi quando rivedo quel video!



evidenziato dalla freccia il piantone sterzo con i cavetti ancora attaccati


"I went completely on the inside and overtook the backmarker and at same time overtook the Michael. It was a great overtaking manoeuvre, and I loved it. I'm not sure if the Michael did." M.H.

il piantone dello sterzo si ruppe appena dopo la saldatura.
evidentemenete, ayrton chiese la modifica solo il week end stesso di imola, la williams fece un lavoro in fretta e furia e quello f? il risultato.
io sono convinto, che avrebbe potuto rimontare su schumacher, la williams i primi gp era davvero inguidabile rispetto alla benetton (che era pure irregolare) ma nel corso della stagione  miglioro' parecchio, permettendo anche ad hill di fare delle pole (nei primi gp si prendeva da 1,5 a 0,5 sec in qualifica da senna tanto per rendere l'idea).
davvero ne sono convintissimo di questo  :-supp
Responsabilit? oggettiva:i disegni non sono mai stati rubati, ma passati da un tecnico che era sotto contratto ferrari, dove sta il furto?perch? non devono rispondere del marcio che hanno a casa loro?

non solo tu ,ma tutti.In 4 gare Ayrton ridisegn? la vettura e da imola stava riniziando la rimonta

#42
Ogni volta che si rivede uno speciale su Magic si rimane in silenzio e con gli occhi lucidi. Per tanto per rispetto ad Magic bisognerebbe stare zitti.

C'? anche da dire per? che ogni volta che la stampa italiana parla di Suzuka 1990 fa passare il brasiliano come un vendicativo dimenticando un fatto che fece andare in bestia il brasiliano e cio? che la FIA disse che era possibile tagliare la chicane in caso di incidente, lo stesso motivo per il quale gli venne tolto il meritato titolo del 1989.



CIAO MAGIC, IL MIGLIORE DI TUTTI
"I went completely on the inside and overtook the backmarker and at same time overtook the Michael. It was a great overtaking manoeuvre, and I loved it. I'm not sure if the Michael did." M.H.

Suzuka 1990 !!
Che goduria ,quando ho visto Prost finire fuori insieme a Senna !! :-ahah :-ahah :-ahah
Che dire il Brasiliano aveva avertito , che se non avessero cambiato la posizione di partenza della pol ,cosa sarebbe sucesso Ma... !!
Detto fatto questi erano piloti d'altri tempi !!
:-appl :-appl :-appl :-appl :-evvi :-evvi :-evvi

c'? un filmato dal camera car di Senna dove si vede chiaramente il pilota sterzare e l'auto andare diritta.